Vuelta a España 2020, Top/Flop del Giorno

La nostra rubrica che, tra il serio ed il faceto, traccia il bilancio della giornata appena conclusasi alla Vuelta a España 2020.

TOP

David Gaudu (Groupama-FDJ): Il 24enne francese non sbaglia niente, centrando la fuga giusta nei primi chilometri e attendendo il momento migliore per attaccare nel finale. Supportato da un grandissimo Bruno Armirail, che lavora per lui per contenere il distacco da Ion Izagirre, Gino Mader e Mark Donovan (che avevano attaccato poco prima della salita conclusiva), riesce poi a staccare gli altri compagni di fuga, andando a riprendere i tre attaccanti uno ad uno e involandosi verso il suo secondo successo di tappa in questa Vuelta. Ciliegina sulla torta, riesce anche ad entrare nella top ten in classifica generale, suo primo piazzamento di rilievo in un GT.

Richard Carapaz (Ineos Grenadiers): Ci prova lo scalatore ecuadoriano, che a poco meno di quattro chilometri dal traguardo attacca e riesce a staccare Primoz Roglic, mettendoci gambe e cuore fino al traguardo. Alla fine sono 21 i secondi che riesce a recuperare, non abbastanza per sfilare la Maglia Rossa allo sloveno, ma sufficienti per mettergli paura. Il 27enne concluderà la corsa al secondo posto, a 24″ da Roglic, con la consapevolezza che, con una squadra migliore a supportarlo oggi, avrebbe potuto anche ribaltare la gara. Alla fine, perderà la Vuelta per colpa degli abbuoni, dato che sono ben 32 i secondi in più ottenuti in questa maniera dal rivale, ma può ritenersi soddisfatto di queste tre settimane, nelle quali ha dimostrato che la vittoria al Giro di un anno fa non è stata un caso.

Primoz Roglic (Jumbo-Visma): Nel finale, per circa quattro chilometri, rivede i fantasmi della penultima tappa del Tour de France. Poi, grazie al compagno di squadra Lennard Hofstede, all’aiuto involontario della Movistar, e a tanta grinta riesce a difendersi e a contenere il distacco da Richard Carapaz, perdendo solo una ventina di secondi e mantenendo così la Maglia Rossa. Domani a Madrid festeggerà la sua seconda Vuelta consecutiva e, come un anno fa, si porterà a casa anche la Maglia Verde della classifica a punti, oltre a quattro successi di tappa.

FLOP

Ineos Grenadiers: Il team britannico lascia troppo solo nel finale Richard Carapaz che, se avesse potuto contare sul supporto di qualche compagno di squadra, forse sarebbe riuscito a mettere maggiormente in difficoltà Roglic e, magari, a ribaltare la corsa. Certamente le fatiche di una stagione strana e di tre settimane intense si fanno sentire, ma allora perché tirare a tutta nella tappa di ieri per riprendere i fuggitivi, regalando in questa maniera sei secondi di abbuono allo sloveno? Tutta quella fatica, molto probabilmente, si è fatta sentire oggi, quando il leader del team avrebbe avuto bisogno di compagni di squadra freschi e riposati, in una frazione molto più adatta alle sue caratteristiche rispetto a quella di 24 ore fa.

Movistar: Quando la fuga sembra ormai avere un vantaggio troppo ampio per poter lottare per la vittoria di tappa, la squadra spagnola mette i suoi uomini a tirare per molti chilometri, avvicinandosi tantissimo ai fuggitivi. Ai -30 dal traguardo mandano all’attacco Marc Soler, che si riporta sulla testa della corsa a prezzo di parecchia fatica, che nel finale si fa sentire. Il 26enne infatti non riesce a seguire l’azione di David Gaudu, venendo poi ripreso dal compagno di squadra Enric Mas, per il quale si mette a lavorare, aiutando di riflesso Primoz Roglic nell’inseguimento a Carapaz e, per questo motivo, generando qualche polemica. Alla fine quindi, come spesso è accaduto durante queste tre settimane, tanta fatica per non ottenere nulla. Forse è il caso di iniziare a rivedere un po’ le tattiche.

Dan Martin (Israel Start-Up Nation): Un po’ in calo in quest’ultima settimana, oggi l’irlandese perde circa un minuto rispetto agli altri big nei chilometri finali della salita, rischiando di perdere il quarto posto in classifica generale. Alla fine si salva perché il suo rivale diretto per il piazzamento, Enric Mas, non ha molte più energie di lui, e dunque riesce a difendere la posizione che, comunque, è il suo miglior risultato in una corsa di tre settimane.

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